RISPOSTA :PER LE NUOVE GENERAZIONI ....
Da bambini, andavamo in macchina senza cinture di sicurezze né airbags. Viaggiare sul cassone di un camioncino era un gran divertimento proprio perché nelle curve eravamo sballottati da una parte all’altra, ma sapevamo come afferrarci ai parapetti per non ruzzolare e farci male perché avevamo sviluppato in misura notevole l’istinto di conservazione. Quando andavamo in bici, non avevamo né casco né protezione per i gomiti o per le ginocchia. Non c’erano tappi di sicurezza nelle bottiglie di medicinali, né sui cassetti né sulle porte. Bevevamo l’acqua del rubinetto del giardino fino a che non avevamo più sete. Non avevamo bottiglie d’acqua minerale. Impiegavamo ore a costruire carretti con casse e tubi che non rispettavano le norme CEE.
Uscivamo a giocare alla sola condizione di ritornare per l’ora di cena. Ci arrampicavamo sugli alberi per poi lanciarci giù e rotolarci per terra. Ci tagliavamo, ci rompevamo le ossa, perdevamo i denti, ma non c’è mai stata una denuncia. Nessuno era colpevole… tranne noi stessi.
Non avevamo cellulari… Scrivevamo lettere e cartoline.
Andavamo a scuola per lavorare e apprendere e non per “sviluppare il nostro potenziale di creatività”. Quando non si lavorava, il maestro ci dava la punizione o le bacchettate sulle dita. I nostri genitori non hanno mai denunciato nessuno. Sapevano che se il maestro aveva deciso così significava che l’avevamo meritato. Alcuni non erano degli alunni molto bravi e quando non riuscivano dovevano semplicemente ripetere l’anno. Nessuno andava dallo psicologo per questo, né faceva ricorso in tribunale. Semplicemente si ripeteva e si aveva una seconda possibilità. Quelli che non volevano più studiare, andavano a lavorare. Non era una punizione.
Giocavamo a guardie e ladri o a indiani e cow boy, giocavamo con dei bastoni, con delle palle da tennis, a pallone, a palla prigioniera, a nascondino, con la bambola, con le macchinine, e non con i Sims o su Second Life.
A volte giocavamo con dei petardi, ma non abbiamo mai dato fuoco alle macchine o buttato sassi in autostrada.
Dividevamo una Coca in quattro: bevevamo tutti dalla stessa bottiglia e nessuno è morto per questo.
Non avevamo la play station, MP3, Nintendo 64, XBOX, giochi video, 999 canali Tv via satellite, videoregistratori, cineprese, suono “surround”, cellulari, computer, chat, internet, facebook ecc… Però avevamo dei veri amici.
I nostri amici si chiamavano Piero, Gianni, Maurizio, Paola, Silvia, e non Debbborah o Hillary, o peggio ancora Sam31, Labella75 o Slup@XX.
Abbiamo fatto l’esperienza della libertà, dei successi o degli smacchi, delle responsabilità e delle punizioni… E abbiamo sempre imparato a sbrogliarcela da soli.
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